GRANDE E SANTA DOMENICA DI PASQUA - "Kristòs anèsti"

Alle prime ore della Domenica di Pasqua, un folto gruppo di fedeli, giran­do per il paese, canta a viva voce, in lingua greca l'inno del "Kristòs anèsti" (Cristo è risorto) che annunzia la resurrezione del Signore.
La gente, svegliata dall'allegro e solenne canto, si alza e si reca in Chiesa.
Ultimato il giro del paese, il clero ed i fedeli si radunano nel "nartece" (ingresso) della Chiesa, dove hanno inizio le ufficiature. Il celebrante ne percuote le porte al grido: "Aprite, o custodi, spalancatene l'ingresso eterno, poiché entrerà il Re della Gloria".
Intreccia, cosi, un dialogo con le tenebrose potenze del male, simbolica­mente rappresentate da una voce solitaria proveniente dall'interno della Chiesa, a cui si accompagnano fragorosi rumori; per tre volte egli percuote le porte della Chiesa che, alla fine, caduta la resistenza delle potenze occulte, si spalancano; suonano a festa le campane, rimbombano nella notte gli spari di mortaretti.
L'Ufficiatura prosegue in Chiesa nella solennità del rito, tra melodiosi canti bizantini ed il profumo degli incensi.
Il Vangelo della Liturgia viene cantato in più lingue. Al termine, vengono distribuite a tutti le uova rosse, simbolo della vita, ed i fiori che, il Venerdì Santo, hanno ornato l'Urna con il Cristo Morto.

- Testo tratto dal sito "Jemi".